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I tre luoghi e mezzo del Caravaggio a Napoli

Caravaggio, il famoso pittore della luce, ebbe con Napoli un rapporto privilegiato.
Arrivò a Napoli il 28 maggio del 1606, dopo una rocambolesca fuga da Roma. La città partenopea lo accolse con gli onori che la sua fama richiedeva, da pittore famoso quale era.
Durante questo primo periodo a Napoli visse lavorando alacremente a numerose commesse, alloggiando in un non ben identificato posto dei Quartieri Spagnoli. Qui Caravaggio dipingeva non ciò che immaginava, ma ciò che vedeva. Tutti i temi, soprattutto religiosi, che erano oggetto dei suoi quadri si rivestivano della tragica umanità che osservava nei vicoli di Napoli.
Figure vive, reali diventavano protagonisti dei suoi dipinti nei panni di una santo o una santa o dello stesso Gesù o di un angelo. I suoi modelli, il popolo che abitava alla porta accanto.Di questo suo passaggio resteranno delle tracce indelebili nella pittura locale, e non solo.
Tracce materiali del suo passaggio restano in tre meravigliose tele che il pittore lasciò alla città: “Le sette opere della Misericordia“, di stanza al Pio Monte della Misericordia; “La Flagellazione di Cristo“, di casa al Museo di Capodimonte; “Il Martirio di S.Orsola“, meglio conosciuto come “L’ultimo Caravaggio“, ospite delle Gallerie d’Italia di Palazzo Zevallos.
Tre opere da vedere in un tour completo sulle tracce del grande maestro.
Una curiosità: una copia della “Flagellazione di Cristo” è collocata all’interno della chiesa di San Domenico Maggiore.

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